Rosella Picchi (Formatrice, Psicodrammatista)
Questo terzo articolo vuole entrare nello specifico di uno strumento assai usato all’interno dello psicodramma: la sociometria. Lo faremo partendo da uno dei testi principali scritti da Moreno in proposito e continueremo cercando invece di mettere sempre di più le mani in pasta rispetto ad esperienze dirette in gruppo di psicodramma.
Moreno afferma che probabilmente all’origine di questa nostra società (regolata oggi da rapporti normativi molto precisi) ci sia stato un momento di creatività e di spontaneità caratterizzato da modalità di comunicazione interumane più dirette, più sostanziali, per certi aspetti più “vere”. Con la elaborazione di codici linguistici e con la differenziazione tra i vari gruppi, i rapporti personali hanno assunto modalità sempre più complesse, con fenomeni di distacco e di separazione tra gli individui. Questa normativa e cristallizzazione di rapporti ha rotto il momento creativo e spontaneo in cui i rapporti tra gli uomini (e tra gli uomini e le cose) avvenivano secondo modalità sempre nuove, creative, nei termini di una specie di psicodramma continuo.
La sociometria costituirebbe, nell’ipotesi di Moreno, un modo per ritrovare il senso degli antichi rapporti tra gli uomini, di quelle relazioni preferenziali che costituiscono l’unica garanzia di armonia: psicologica per l’individuo e sociale per il gruppo in cui vive.
I brani che seguono sono tratti da J.L Moreno “Principi di sociometria, di psicoterapia di gruppo e sociodramma” ED. etas Kompass, Milano 1964. Ed. originale: “Who Shall Survive?” Beacon N.Y., 1954 (n.d.c)
Genesi e sviluppo del concetto
Tra il 1915 e il 1918, Moreno ottenne, a Mittendorf, un lavoro come medico in un campo di rifugiati. Si trattava di un campo per rifugiati che avevano dovuto abbandonare il Sud Tirolo a causa dell’invasione dei loro territori da parte degli italiani.
Il lavoro a Mittendorf riveste una particolare importanza per lo sviluppo della sociometria. Fu qui, infatti, che Moreno rivelò i gravi problemi sorti dal non aver preso in considerazione i fattori sociali e psicologici nell’organizzazione del campo.
“Il governo si occupava di tre problemi: la sicurezza del campo rispetto al nemico, le condizioni sanitarie e le esigenze concernenti la sussistenza. Tuttavia non era stata presa in considerazione una pianificazione basata su criteri sociali e psicologici. Tra la popolazione nel campo serpeggiavano gravi malumori e vi erano notevoli frizioni. Erano stati messi insieme senza alcun criterio selettivo, in un ambiente in cui non erano abituati, privi d’intesa reciproca. Studiai le correnti psicologiche che si sviluppavano tra loro secondo vari criteri: il criterio della nazionalità, del credo politico, del sesso, del rapporto fra personale del campo e rifugiati e così via e le considerai le principali fonti delle flagranti difficoltà del campo. Fu grazie a questa esperienza che sorse in me l’idea della pianificazione di una comunità con metodi sociometrici” (Moreno, 1978; XXXII-XXXIII).
Tra il 3 aprile ed il 5 aprile 1933 la Medical Society dello stato di New Jork presentò ai partecipanti al suo congresso, che si svolgeva al Wardof Astoria, alcune dozzine di mappe sociometriche tratte dalla prima edizione di quest’opera. Fu per puro caso che tali mappe divennero la principale attrattiva fra la rilevante documentazione scientifica disponibile.
Da allora la sociometria, i suoi derivati e le sue estensioni, come la microscopia sociale e la microsociologia, la dinamica di gruppo e la psicoterapia di gruppo, il role playing e lo studio dell’interazione, lo psicodramma e il sociodramma, hanno conservato la propria attrazione per il grande pubblico ed hanno raggiunto la maturità propria di una scuola di pensiero assai nota e rispettata”
Le basi della sociometria
“La sociometria ha per oggetto lo studio matematico delle caratteristiche psicologiche delle genti(…).
Essa persegue un’indagine metodica sullo sviluppo e sull’organizzazione dei gruppi, sulla posizione degli individui nei gruppi. Uno dei suoi principali obiettivi consiste nel misurare l’intensità e l’estensione delle correnti psicologiche che s’infiltrano in seno alle popolazioni che pervadono.(….).
Gli individui e le loro interrelazioni devono essere trattati come la struttura nucleare d’ogni situazione sociale (….).
In pratica la sociometria comincia non appena si è in grado di studiare una struttura sociale nel suo insieme e, contemporaneamente, nelle sue parti. Finché ci si occupava soltanto dell’individuo, delle sue relazioni e del suo aggiustamento al gruppo ciò era impossibile; ma quando si poté considerare la completa struttura del gruppo nel suo insieme globale, è divenuto anche possibile studiarlo nei dettagli. Siamo stati allora in grado di descrivere i fatti sociometrici (sociometria descrittiva) e di osservare la funzione di strutture specifiche, come pure gli effetti di alcune parti su altre (sociometria dinamica) (…).
Osservando la struttura dettagliata di una collettività vediamo la posizione concreta occupata da ciascun individuo, vediamo il nucleo di relazioni che si è costituito attorno ad ogni singolo individuo, più ricco attorno ad alcuni e più povero attorno ad altri.
Questo nucleo di rapporti costituisce la più piccola struttura sociale: l’atomo sociale. Dal punto di vista della sociometria descrittiva l’atomo non è un concetto, è un fatto così come, ad esempio, in anatomia il sistema dei vasi sanguigni è prima di tutto un fatto descrittivo (….).
Mentre talune parti di questi atomi sociali sembrano circoscritte agli individui che vi partecipano, altre si legano con parti d’altri atomi sociali e queste ultime con altre ancora: formano così delle catene complesse di interrelazioni che, in sociometria descrittiva, vengono indicate con il nome di reti sociometriche. Più le origini della rete sono remote nel tempo, più essa ci spinge lontano, tanto meno importante appare il contributo del singolo individuo alla sua costruzione. Dal punto di vista della sociometria dinamica, queste reti hanno al funzione di formare la tradizione sociale e l’opinione pubblica.
Più impegnativo e difficile è il descrivere i processi di attrazione e repulsione che si esercitano tra questo o quel individuo, queste correnti affettive che danno nascita all’atomo sociale ed alla rete. Questo processo è indicato con il termine di “tele” il tele è un’empatia a due direzioni. E’ nostra abitudine pensare che i sentimenti nascano nell’intimo dell’individuo e che si attacchino in maniera più o meno tenace a persone o cose dell’ambiente circostante.
La relazione affettiva con una persona o con una cosa è stata chiamata attaccamento o fissazione, ma queste attaccamenti o fissazioni venivano considerati puramente o semplicemente come proiezioni individuali (…).
Quando si è scoperto che gli atomi sociali e le reti possiedono una struttura durevole e che il loro sviluppo segue un certo ordine, è stata ammessa l’esistenza di strutture extraindividuali nelle quali questo flusso può circolare. Si possono concepire come strutture a due vie o a sensi multipli. I sentimenti proiettati, o a senso unico, non hanno rilevanza per la sociometria. Questa ha bisogno di sentimenti complementari o reciproci, di sentimenti ricambiati per lo meno in forma virtuale. Ciò è stato studiato in particolare grazie ai test di percezione sociometrica. Un aspetto di questi sentimenti non può esistere senza l’altro. Essi costituiscono un continuum. Al momento, fino a che un ulteriore conoscenza non ci porti a modificare o a precisare meglio le nostre idee su questo punto, possiamo affermare che nell’esperienza vissuta da una persona esistono processi effettivamente reali che vengono provati da questa e che corrispondono a processi eugualmente reali nell’esperienza vissuta da un’altra persona e, inoltre, che esistono numerosi gradi e modalità positive, negative o neutre, di queste sensibilità interpersonali.
Un atomo sociale è dunque composto da un gran numero di strutture di tele; a loro volta, gli atomi sociali fanno parte di pattern più vasti, le reti sociometriche, che uniscono e dividono grandi gruppi di individui secondo i rapporti dei loro tele.
A loro volta, le reti sociometriche fanno parte di un’unità più cospicua; la geografia sociometrica di una collettività. La collettività, infine, è parte integrante della massima struttura, ossia della totalità sociometrica della società umana”
In “ Who Shall Survive ?” testo tradotto e pubblicato per la prima volta in Italia nel 1964, Moreno affronta per la prima volta il concetto di sociometria. In quegli anni era maturata un’atmosfera di crescente interesse nel nostro paese per la psicoterapia di gruppo, che fu stimolata anche dal terzo Congresso Internazionale di Psicoterapia di gruppo presieduto dalla stesso J.L Moreno e che si tenne proprio in Italia, a Milano, nel 1963.
In questa nuova edizione si vuole mettere in evidenza il contributo che J.L Moreno; medico psichiatra, ha dato alle scienze psicologiche e sociali nel suo lungo e costante lavoro per trovare soluzioni alla salvaguardia ed alla promozione dei rapporti umani.
La domanda da cui parte la riflessione è chi sopravviverà nella società? L’uomo robot o l’uomo creatore? Moreno s’impegna in prima persona perché il creatore domini sul robot: egli non ci fornisce soltanto un’ideologia ma ci offre strumenti concreti perché possiamo intervenire per dare il giusto senso alla nostra realtà umana. Quest’aspetto operativo rende il contributo di Moreno non soltanto interessante dal punto di vista culturale, ma anche praticamente utile a tutti coloro che sono chiamati, soprattutto per motivi professionali, ad occuparsi dello sviluppo dell’uomo sul contesto sociale. Nel libro, un testo assai composito, appaiono un insieme di contenuti alquanto eterogenei, prodotti da una personalità complessa, certamente geniale, talvolta paradossale in cui si susseguono diversi elementi che una mente umana ricca e vivace può generare.
Tra gli elementi fondanti del pensiero moreniano, che a tutt’oggi assumono una pregnanza e un significato preciso per chi lavora all’interno dello psicodramma sono il concetto di tele, l’atomo sociale e la sociometria. Vediamo di addentrarci nel dettaglio.
Il concetto di tele, coniato da moreno per indicare il cemento che tiene insieme i gruppi, costituisce la base di sane relazioni umane e caratterizza anche la relazione terapeutica. Il tele indica la naturale tendenza dell’essere umano a porsi in relazione emozionale con altri esseri. Esso costituisce una modalità di funzionamento primaria: il bambino viene al mondo pronto a vivere il tele, e il messaggio che riceve dalla madre e la reciprocità che ne nasce determinano la qualità di questo tele.
Con lo sviluppo, i segnali emotivi si moltiplicano e s’intrecciano con quelli di un numero sempre maggiore di individui.
determinando una rete di sentimenti reciproci, che permette la formazione e la vita dei gruppi. Moreno tende a valorizzare, anche nel rapporto terapeutico, l’immediatezza e la genuinità del contatto umano, a cui dà un’impronta di spontaneità che non privilegia o favorisce i fenomeni transferali (il transfert si struttura come modalità sostitutiva del tele, in seguito al fallimento di esperienze relazionali spontanee e reciproche).
Un’indagine sociometrica ha lo scopo di portare alla coscienza dei membri di un gruppo le relazioni di tele e di favorire lo sviluppo e gli elementi positivi contenuti in tali relazioni. Il criterio che orienta l’azione di Moreno è quello di valorizzare e sviluppare ciò che è attualmente vitale nell’individuo e nel gruppo, piuttosto che soffermarsi ad individuare una sofferenza, una deficienza, un “non essere”. In altre parole egli mette in luce la salute piuttosto che la patologia.
L’atomo sociale corrisponde per Moreno all’unità sociale non ulteriormente divisibile a cui un individuo partecipa per soddisfare il suo bisogno di espansione affettiva. E’ questo uno schema di riferimento operativamente molto utile, in quanto aiuta a definire con precisione lo specifico contesto sociale nel quale si vuole identificare la collocazione relazionale di una persona. Ogni individuo partecipa ad un numero indefinito di atomi sociali: famiglia, lavoro, gruppo amicale e così via. Un atomo sociale non è semplicemente una costruzione della mente, ma è una rete reale di energia che s’irradia da ogni persona e ritorna ad essa in un continuo movimento determinato dalle mutevoli forze di attrazione e repulsione presenti in ogni momento dell’esistenza individuale. Con l’aiuto degli strumenti sociometrici è possibile quantificare e qualificare queste relazioni di tele in uno specifico atomo sociale.
La sociometria che è il contenuto precipuo di questo testo, fa pensare facilmente a qualcosa di strettamente matematico; o, per lo meno, geometrico, data la modalità di presentazione dei dati dell’analisi sociometrica, realizzata per lo più con delle mappe che hanno l’aspetto di una costellazione di simboli geometrici. In realtà la modalità sociometrica che ritroviamo in questo testo giustifica questa percezione; ed è chiamata sociometria grafica per differenziarla dalla sociometria d’azione che si è andata sviluppando nell’ultimo periodo di vita di Moreno e che consiste nell’utilizzare i principi sociometrici nella rappresentazione psicodrammatica. Questo sviluppo della sociometria negli anni successivi alla pubblicazione di “Who shall survive?” ci consente di definire meglio il significato che oggi assume la sociometria.
Per prima cosa mi sembra utile riformulare la definizione della sociometria, come l’insieme delle tecniche e degli strumenti che permettono di rendere percepibile e rappresentabile la struttura dei rapporti nell’ambito di un gruppo. La sociometria grafica porta alla costruzione di sociogrammi; la sociometria d’azione utilizza, come strumento di rivelazione e di rappresentazione, lo spazio destinato all’azione psicodrammatica e le persone che compongono il gruppo. Nella sociometria d’azione la qualità e la quantità delle relazioni sono espresse dalla collocazione spaziale e dall’atteggiamento delle singole persone. L’attrazione e la repulsione sono indicate collocando ogni persona in un rapporto spaziale di vicinanza o di lontananza rispetto a coloro nei confronti dei quali si vuole rendere evidente la qualità della relazione; una più specifica definizione di questa qualità viene ulteriormente espressa dalla postura (rigida, flessibile, accovacciata, di spalle ecc.) dalla mimica (sorriso, disgusto, benevolenza , scherno ecc.) e dal tono e dal contenuto di un messaggio verbale.
Il bozzetto qui riportato esemplifica una situazione di sociometria d’azione. La persona A sta analizzando il suo atomo sociale familiare, A è al centro, b, il padre è lontano e di spalle, c, la madre è ad una certa distanza, ma con atteggiamento benevolo. D, il fratello è molto vicino.
Ci sono ovviamente, diversi vantaggi e limiti rispetto all’utilizzo di un tipo di sociometria o di un’altra. La sociometria grafica è usata vantaggiosamente per scopi conoscitivi e di ricerca, che non implichino il coinvolgimento dei membri del gruppo nel momento della conoscenza dei risultati. La sociometria d’azione è, al contrario, uno strumento prezioso quando si voglia attivamente coinvolgere i membri del gruppo nella presa di coscienza della propria collocazione sociometrica, sapendo anche che i risultati ottenuti non sono rigidi e cristallizzati ma continuamente modificabili. Va ancora notato sociometria grafica, potendo dare soltanto un aspetto metrico ai rapporti sociali, sacrifica grandemente gli innumerevoli aspetti qualitativi propri delle relazioni umane; mentre quella d’azione possiede strumenti infiniti per esprimere i sentimenti in tutte le loro sfumature. La sociometria grafica cristallizza in un diagramma una situazione riferita ad un tempo specifico e limitato, con il rischio che tali risultati vengano presi come permanenti (trasformandosi così in false conoscenze che facilmente distolgono dal cogliere i processi continuamente rinnovatisi nella struttura delle relazioni interpersonali del gruppo); la sociometria d’azione non permette alcuna cristallizzazione: modifica continuamente i risultati con lo svilupparsi dell’azione (e ha quindi il limite di non lasciare una traccia di sé, che costituisca materiale utile per scopi di documentazione, di analisi e di ricerca).
Abbiamo così costruito, selezionando e organizzando il composito materiale contenuto nel testo, un quadro in cui vediamo l’uomo che cerca di espandere il suo tele positivo, nell’ambito degli atomi sociali a cui appartiene, con un atteggiamento di attiva presa di coscienza della propria collocazione relazionale, aiutato dagli strumenti offertigli dalla sociometria. Questo uomo raggiunge, attraverso adeguati processi di riscaldamento, ossia di tecniche espressive che tendono nello psicodramma a mobilitare tutte le aree fondamentali dell’uomo (corpo, affettività, razionalità, uniti nell’hic et nunc). Moreno ci ha fornito indicazione operative sul “come” realizzare questo riscaldamento, ed ha distinto diversi livelli di struttura personale in cui tale processo può essere concretamente avviato:livello fisico (per metter e in moto le energie fisiche e dare scioltezza al corpo); il livello psicodrammatico (per rendere la persona più fluida nel produrre fantasie e immagini); livello sociale (per preparare a ricoprire ruoli sociali specifici: l’insegnante, il vigile, il negoziante…). Tutto questo permette alla spontaneità di attivarsi permettendo alle persone di sperimentare ruoli più adeguati rispetto a situazioni vissute in modo disfunzionale e permettendo al tempo stesso di spendere in modo soddisfacente i propri talenti creativi.
Lo psicodramma rappresenta la situazione di laboratorio costruita per facilitare uno specifico individuo o tutti gli individui di un gruppo a vivere più a pieno la propria realtà umana. E’questo il contributo operativo che Moreno ci dà perché possiamo aiutarci a rimanere uomini creatori che sottomettono il robot.
La sociometria oggi; dove come, quando
Riflessioni a ruota libera
Per sociometria oggi dunque intendiamo l’insieme delle tecniche e degli strumenti che permettono di rendere percepibile e rappresentabile la struttura dei rapporti nell’ambito di un gruppo.
L’aspetto interessante della sociometria è il fatto che essa rende percepibile ed evidente la qualità delle relazioni che intercorrono tra le persone, con metodi che non implicano un’autoorganizzazione preventiva. La sociometria consente di rendere cosciente, in un ambiente protetto e senza sentire che questo potrebbe essere disastroso, i sentimenti reali che passano tra le persone. Questa presa di coscienza consente di evitare i sottoprodotti, le conseguenze del disagio che le persone provano se non viene esplicitata la qualità della relazione.
Nei gruppi reali, la sociometria deve essere attentamente tarata rispetto al contesto in cui andiamo ad applicarla. E’ un lavoro di cesello importante che può valorizzare gli effetti o inficiare e paralizzare il lavoro. Prendiamo per esempio un gruppo di colleghi d’ufficio che affronta un percorso di formazione. La sociometria consente il cambiamento in quanto consente la verità. Stabilita una verità, l’impiegato X, una volta resosi cosciente di una certa situazione, magari di forte attrito con l’impiegato B, può chiedere al capoufficio che lo sposti, però lo chiede per un motivo specifico che riesce ad argomentare, non per la costruzione mentale che si è fatto su quella persona.
Noi possiamo favorire il fatto che avvenga una comunicazione diretta solo se creiamo un contesto protetto, perché la sociometria è delicata nel senso che bisogna misurarla sulla possibilità dell’altro di accoglierla, se no viene respinta in blocco. Il nostro mestiere è proprio quello di studiare i motivi che giustificano certe prese di coscienza.
Occorre inoltre sottolineare che per poter utilizzare correttamente la sociometria occorre di volta in volta dare al gruppo un criterio regolatore delle scelte sociometriche.
Se si chiede ai membri di un gruppo sociale quali sono le persone che preferiscono o non preferiscono, indipendentemente da un criterio preciso, non si tratta di un approccio sociometrico. Queste attrazioni o repulsioni , se non fanno riferimento ad un criterio determinato non risultano differenziate in modo analitico.
La sociometria quindi è uno degli strumenti centrali per lavorare nei gruppi reali, perché permette in modo molto efficace di aiutare il gruppo a capire cosa sta succedendo, riesce cioè a rendere chiaro, con un lavoro indiretto, le relazioni di tele.
Si è molto esaltato rispetto alla sociometria il discorso inerente la scelta, ma forse risulta ancor più importante l’aspetto inerente alla percettibilità. Ossia, quando io rendo percepibile quindi pensabile, evidente, qualificabile la relazione (la relazione di per sé è impalpabile) allora si tratta di sociometria.
Il termine stesso deriva da metria intesa non tanto come misurazione (come spesso è avvenuto in senso statistico) ma nel senso di percettibile, concretizzabile.
Moreno ha scelto la parola sociometria non a caso: “Socio” è la relazionalità, e dal momento che lui basa la relazionalità sul tele, si potrebbe parlare di “. ”telicità”. “Metria”, intesa come la misura che serve per rendere definibile. Poi, di fatto, la sociometria nel tempo è diventata semplicemente un gioco di scelte e di rifiuti grazie alle quali si potevano fare mappe, disegni, per entrare sul piano sociologico e sul piano pubblicistico. Però in realtà il senso della sociometria ha avuto uno sviluppo più importante in chiave di cambiamento nel gruppo. Si è quindi passati alla sociometria di azione.
Oggi come oggi, in ambito psicodrammatico, non c’è più nessuno che si occupa di sociometria grafica, se non in funzione d’azione (prima ti faccio disegnare il tuo atomo sociale poi lo metto in scena).
In ambito psicodrammatico non ha più senso parlare di sociometria nel senso di quella cosa che si basa su di una scelta, perché quello è ciò che era passato ad un gruppo di sociologi, che poi ne hanno fatto test sociometrici, mappe sociometriche.
Oggi la sociometria è il rendere evidenti le relazioni, trasformare una qualità in una quantità intesa come elemento percepibile, che può essere anche una postura che pur non essendo esattamente metrica mette in evidenza relazioni di tipo diverso. Usando il linguaggio proprio dello psicodramma potremo dire che è sociometrica una situazione quando il mio osservatore ha un’informazione in più sulla qualità della relazione. Ad oggi, la sociometria ci consente di rendere misurabile ciò che di per sé non lo è, una qualità. Quindi studi le sculture, studi le posizioni all’interno del palcoscenico, il modo in cui uno si siede, per indicare con forme che non sono una quantità, ma sono percezione, il senso delle relazioni.
Ma perché si possa parlare di sociometria alludiamo a quel momento specifico in cui il Direttore, intenzionalmente oppure a posteriori, consente all’io osservatore di una persona di acquisire coscienza sulla relazione con l’altro. L’elemento discriminativo è che la persona si rende conto di qualcosa circa la natura della sua relazione con l’altro.
La sociometria è un modo estremamente efficace di intervenire nelle dinamiche di gruppo quando ci sono squilibri nel gruppo e si può intervenire solo con una forte presa di coscienza delle azioni “patologiche”, nel senso di non mature, che non vanno bene.
Nei gruppi di psicodramma accade spesso di vedere uno stallo o sul piano della fusionalità o su quello della faziosità. L’utilizzo attento dello strumento sociometrico ci consente di riposizionare l’andamento del gruppo verso un più equilibrato, cioè centrato su elementi di realtà e non su elementi proiettivi, assetto generale di gruppo.
Rosella Picchi (Formatrice, Psicodrammatista)
E-mail: rosapicchi@tiscalinet.it