Con questo articolo di Simona Balestra proseguiamo nell’analisi delle teorie della personalità. Se il lungo articolo di Rogers e Raskin, pubblicato nel numero precedente della rivista, era una sorta di summa essenziale, un verbale di completezza dell’impianto rogersiano, il presente scritto è come il corpus minore di tutta la questione. Stilato sotto forma di appunto o dispensa ci comunica gli assunti principali della teoria della personalità secondo Rogers, che anima tutta la costruzione successiva riguardo alla psicoterapia.

Seguiranno contributi provenienti da diversi orientamenti terapeutici.

La teoria della personalità secondo Carl Rogers.

Di Simona Balesta
Psicologa-psicoterapeuta di formazione rogersiana

Il concetto base su cui si struttura la teoria rogersiana della personalità è il concetto di ORGANISMO inteso nel suo significato di globalità psico-fisica, di un tutto organizzato che interagisce con la realtà; l’organismo non può essere scisso in parti separate, è un tutto irriducibile alla semplice somma delle parti.
La persona è considerata come un organismo nella sua totalità.

Nell’organismo vi è intrinseca la TENDENZA ATTUALIZZANTE, una tendenza, cioè, ad attualizzare tutte le proprie potenzialità. Potremmo paragonare tale tendenza ad un sistema propulsore, al “motore” dell’individuo.
È una tendenza fondamentale che porta l’individuo ad affrontare anche difficoltà per andare verso una sempre maggiore autonomia, maturità e realizzazione.
È l’organismo in quanto totalità che esercita tale tendenza. La fonte di energia è intrinseca nella persona e orienta lo sviluppo verso l’attuazione ottimale delle sue potenzialità.

Abbiamo quindi in Rogers una visione ottimistica dell’uomo e una piena fiducia nelle sue risorse. Una visione ottimistica che non si basa, come per Rousseau, sulla concezione che l’uomo “nasce buono”, ma sulla fiducia nelle capacità che ogni persona ha in sé di compiere un cammino costruttivo e realizzante, purché, naturalmente, siano presenti quelle condizioni che consentano di essere genuinamente se stessi.

L’ESPERIENZA o CAMPO ESPERIENZIALE o CAMPO FENOMENICO è l’insieme di tutto ciò che avviene nell’organismo in un qualsiasi momento e che è potenzialmente disponibile alla coscienza, e come tale, suscettibile di essere appreso. È tutto ciò che a livello psicologico avviene in un determinato momento, cioè pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti.
Vediamo di specificare meglio questa definizione, i due aspetti principali sono: “in un determinato momento” e “a livello psicologico”.
Il campo fenomenico ha una definizione di tipo temporale, cioè “in un determinato momento”, ed è come una fotografia scattata in quel determinato istante.
“A livello psicologico” significa che si escludono fenomeni come quelli biochimici o fisiologici (le scariche neuronali o i cambiamenti della composizione chimica del sangue che si accompagnano alla fame) che non sono accessibili alla nostra coscienza.

La COSCIENZA o CAMPO COGNITIVO o SIMBOLIZZATO è la rappresentazione o simbolizzazione (non necessariamente verbale) di una parte dell’esperienza vissuta. Questa simbolizzazione può avere vari gradi d’intensità, dalla sensazione vaga della presenza di un oggetto qualsiasi, fino alla coscienza di questo oggetto.

Per Rogers la parola Simbolizzazione è sinonimo di Consapevolezza e Coscienza.

Proviamo per sommi capi, schematizzando le tappe, a visualizzare come si struttura la personalità di un bambino.
Nel bambino al momento della nascita è presente campo esperienziale o fenomeno indifferenziato.
Quindi inizia, grazie alla tendenza attualizzante, quello che si chiama il PROCESSO DI SIMBOLIZZAZIONE. Si ha lo sviluppo, il passaggio dal campo fenomenico al campo cognitivo.
Il collegamento, il passaggio dal campo esperienziale al campo cognitivo avviene attraverso la PERCEZIONE. La percezione è, dunque, quella che collega l’esperienza alla consapevolezza o simbolizzazione o conoscenza.
La percezione va intesa come il SIGNIFICATO che la persona annette a tutto ciò che avviene dentro di sé e fuori di sé.
Vi è dunque un’accentuazione della soggettività nella percezione.
L’organismo reagisce alla realtà come essa è esperita e vissuta dal soggetto, il comportamento non è la risposta ad una realtà oggettiva, ma alla percezione di quella realtà qui ed ora, in questo preciso momento.
È la PERCEZIONE CHE CREA LA REALTA’ (questo è un punto fondamentale della teoria della terapia; sottolinea la necessità di guardare il mondo dell’altro dal suo punto di vista per poterlo meglio comprendere).
Rogers parla della percezione come di un qualcosa di molto vicino alla coscienza (per es.: se si percepisce di avere un dolore ad un braccio, praticamente subito, immediatamente si ha coscienza del dolore).

Il bambino inizia, quindi, la SIMBOLIZZAZIONE DELLA REALTA’, cioè tutto quello che può essere appreso sia a livello conscio che inconscio.
Gli elementi consci sono indicati con il nome di ESPERIENZA o PERCEZIONI SIMBOLIZZATE, quelle che non sono disponibili alla coscienza sono ESPERIENZE NON SIMBOLIZZATE.
Le esperienze oltre che percepite possono anche essere SUBCEPITE. Facciamo l’esempio del ragazzino che va in bicicletta e che si sbuccia un ginocchio, (avverte qualcosa) ma continua ad andare perché coinvolto con gli amici e quasi non si accorge pur avendo registrato (subcepito); quanto torna a casa la madre gli chiede cosa è successo e lui richiama immediatamente l’episodio.
Il suo campo esperienziale aveva registrato la cosa però non ne era cosciente.
SOTTOCEZIONE: discriminazione di stimoli senza rappresentazione cosciente.

Torniamo al nostro bambino, l’insieme di esperienze simbolizzate andranno a formare, corrisponderanno alla coscienza di esistere e di agire in quanto individuo. Andranno a formare l’ESPERIENZA DELL’IO.
È sulla simbolizzazione o consapevolezza o coscienza che si strutturerà la personalità del bambino.
Come sarà il rapporto fra campo fenomenico e campo cognitivo?
Saranno completamente integrati o completamente scissi?

Nella persona media abbiamo una certa integrazione dei campi che può essere più o meno accentuata a seconda del buon funzionamento dell’individuo.
La persona ben funzionante ha una buona integrazione fra i due campi, ma l’integrazione completa non ci sarà mai per diversi ottimi motivi:
le esperienze possono avere un valore di soglia più basso (impossibile percepire tutto quello che avviene nel nostro organismo in un determinato momento).
La motivazione è un fattore importante per discriminare le esperienze (per es.: i distributori d benzina non risaltano ai nostri occhi finché non si ha necessità di carburante etc.).

Se percepissimo tutte le esperienze del nostro organismo facendole passare nel campo cognitivo, andremmo incontro ad un “ingorgo”, all’impossibilità di funzionamento.

Esiste, quindi, a livello diciamo fisiologico, naturale, un “filtro” fra il campo esperienziale ed il campo cognitivo che non permette il passaggio o permette selettivamente il passaggio dei singoli elementi esperienziali.
Questo filtro è la VALUTAZIONE ORGANISMICA.
Se la tendenza attualizzante costituisce il sistema energetico-propulsore, la valutazione organismica rappresenta il sistema regolatore o di controllo; per riprendere l’esempio precedente possiamo chiamarla il “volante” dell’organismo.
La tendenza attualizzante e la valutazione organismica sono un insieme di due sistemi abbinati, uno è un sistema motivazionale, l’altro funziona come regolatore del primo.
Questo insieme spiega come l’individuo abbia il potere di “dirigersi da solo”, e il potere di “riorganizzarsi” nel caso in cui si fosse allontanato dall’esperienza organismica.
La psicoterapia rogersiana non fa che facilitare un processo di cambiamento spontaneo proprio dell’individuo.

Questo “filtro” (valutazione organismica) è situato non fra la percezione e la coscienza perché, come abbiamo visto, sono molto vicine, ma fra esperienza e percezione.

ESPERIENZA (filtro) PERCEZIONE —–> COSCIENZA
Il bambino diviene, dunque, un soggetto attivo, non solamente fa l’esperienza, percepisce e simbolizza, ma è libero di scegliere.
Tutte le esperienze che il bambino fa vengono sottoposte a un processo di valutazione organismica incondizionata. Le esperienze valutate come attualizzante per l’organismo sono valutate positivamente, sono valutate negativamente in caso contrario.
Questa VALUTAZIONE viene detta ORGANISMICA perché riguarda la tendenza attualizzante dell’organismo, INCONDIZIONATA perché si presume che inizialmente il bambino sia libero di scegliere.
“La tendenza attualizzante e la valutazione organismica possono agire efficacemente solo a condizione che l’individuo viva in un ambiente in cui goda della massima libertà esperienziale. Se all’uomo viene assicurata la possibilità di esprimersi liberamente, l’uomo sceglie il bene. Ciò che fa star male è la mancanza di libertà di scelta”.

In base a che cosa il bambino valuta o sceglie?
In un primo tempo in base ai dati esperienziali organismici in seguito costituisce quello che si chiama SCHEMA DI RIFERIMENTO INTERNO, cioè l’insieme di esperienze, sensazioni, percezioni, significati, ricordi disponibili alla coscienza del soggetto in un determinato momento.
Lo schema di riferimento interno rappresenta il mondo soggettivo dell’individuo.

Il bambino, in seguito all’interazione fra organismo e ambiente dalla coscienza di esistere (ESPERIENZA DELL’IO) sviluppa e organizza la NOZIONE DELL’IO o CONCETTO DELL’IO/SÈ, che in quanto soggetto della percezione, fa parte del campo dell’esperienza totale.
Il concetto dell’io altro non è per Rogers, che la percezione che l’individuo ha di se stesso.
L’emergere del Sé nel bambino è cruciale per la comprensione dei meccanismi che possono portare un individuo alla alienazione dalla sua vera natura.

Insieme alla nozione dell’io si sviluppa anche il BISOGNO DI CONSIDERAZIONE POSITIVA da parte dell’altro.
Rogers non dice molto sull’insorgere di questo bisogno, un elemento importante è il lungo periodo neotenico caratteristico della razza umana, cioè quello stadio in cui un essere dipende per la propria sopravvivenza dalle cure genitoriali e, nell’uomo questo periodo è estremamente lungo.
Il bisogno di considerazione positiva è un bisogno universale, in quanto esiste in ogni essere umano e si fa sentire in modo continuo e penetrante.
È un bisogno che si sviluppa con l’emergere della consapevolezza di sé e induce la persona a desiderare di essere accettata ed amata dalle persone significative della sua vita.
Può accadere che le figure genitoriali o comunque le persone significative accettino il bambino sotto condizione (CONSIDERAZIONE POSITIVA CONDIZIONATA), cioè, per es., solo se tiene un dato comportamento, ma egli potrà seguire il suo processo e potrà sviluppare appieno le sue capacità solo se avrà ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA.
“Questo bisogno può divenire una forza direttrice e regolatrice più forte del processo di valutazione organismica. In altri termini il soggetto può arrivare a preferire le direttive che vengono da queste persone, alle direttive derivanti da esperienze suscettibili di soddisfare la sua tendenza all’attualizzazione”.
“Quello che il bambino percepisce spontaneamente come un bene, può essere invece giudicato dai genitori un male, per non rischiare di perdere l’amore e l’accettazione dei propri genitori, il bambino introietta come propri i giudizi che gli vengono dall’ambiente e per far questo dovrà negare e rinunciare al suo spontaneo metro di giudizio che è la sua saggezza organismica”.
Questo è secondo Rogers, il meccanismo dell’estraniazione e della psicopatologia. L’altro, in quanto significante, può influenzare il processo di valutazione dell’individuo.
Una disapprovazione da parte di una persona significativa, per il COMPLESSO DI GENERALIZZAZIONE, tende a generalizzarsi facendo sentire il bambino “tutto cattivo”. Una disapprovazione dilaga a tutto l’essere. È come se improvvisamente dimenticassimo che comunque, abbiamo un valore, anche se a volte commettiamo degli errori.
Torniamo al bambino, con un esempio forse banale, ma che credo possa aiutare a chiarire meglio:

al bambino è stata donata una macchina elettrica, a lui piacerebbe molto scoprire, guardandola dall’interno e smontandola, qual è il suo funzionamento. La sua valutazione organismica gli dice quanto ciò sarebbe piacevole e arricchente per lui, ma sa che la mamma si arrabbierebbe molto, se lui facesse questo.
Per il bisogno di considerazione rinuncia, rinnega la sua valutazione organismica, la sua tendenza attualizzante.
Se invece il bambino decide di aprire e rompere la macchina per vederne il funzionamento, il rischio è che la disapprovazione della madre venga da lui percepita non solo riferita a quello che ha fatto, ma che si estenda, per il complesso di generalizzazione, a tutto il suo essere.
Il bambino si sentirà valutato negativamente in toto.
Ovviamente non si vuol sostenere che ai bambini, per crescere liberi, debba essere permesso tutto.
Il genitore deve accettare il campo esperienziale del bambino, capire il sentimento, il desiderio del bambino, facendogli capire, se necessario, che non è il caso di agirlo, riconoscendogli la libertà esperienziale, non negandogliela.
In caso contrario, il bambino che ha una simbolizzazione non corretta, diciamo “immatura”, simbolizzerà “è cattivo fare questo!” e per il complesso di generalizzazione assolutizzerà in “io sono cattivo”.
Come possono i genitori evitare o minimizzare l’instaurarsi di tale meccanismo? Accettando la valutazione organismica del bambino, il che non significa approvarne tutti i comportamenti.
Si può disapprovare un dato comportamento facendo sentire, nello stesso tempo, che si accetta comunque la persona senza rifiutarla.
Deve esservi sempre una netta distinzione fra l’atto e l’agente.
Deve essere condannato l’atto riprensibile, rendendo nulla la tendenza ad inglobare tutta l’intera persona nella valutazione.

L’individuo ha bisogno di considerazione positiva non solo da parte degli altri ma anche di se stesso.
IL BISOGNO DI CONSIDERAZIONE POSITIVA DI SÈ o AUTO-CONSIDERAZIONE deriva da esperienze di sé collegate alla soddisfazione o alla frustrazione del bisogno di considerazione positiva.
Se l’individuo fa esperienza di considerazione positiva incondizionata, anche la considerazione che avrà di se stesso sarà positiva ed incondizionata. In questo caso il bisogno di considerazione non sarà in contrasto con la sua valutazione organismica incondizionata, si avrà quindi un sano adattamento psicologico ed una piena espressività.
Questo avviene molto raramente: si avrà molto più spesso una considerazione e valutazione condizionata.
L’individuo arriverà a provare la presenza o l’assenza di considerazione positiva indipendentemente dalla valutazione altrui.
Diventerà egli stesso la PROPRIA PERSONA CRITERIO.
Quando un’esperienza minaccia la propria immagine di sé può venire distorta oppure negata.
Anche per il bisogno di considerazione di sé funziona il complesso di generalizzazione; cioè, la considerazione di sé che accompagna una determinata esperienza, riferente all’io, ha la tendenza a comunicarsi all’insieme delle esperienze che si riferiscono all’io, cioè all’IMMAGINE DELL’IO o IO IDEALE.
A causa del bisogno di considerazione positiva di sé, l’individuo ha un modo di valutazione condizionata e l’esperienza sarà percepita in modo selettivo.

Questo comporta che le esperienze possono essere non simbolizzate o simbolizzate in maniera distorta a seconda che mettano in pericolo il concetto dell’io o immagine dell’io che si è venuto formando in relazione con l’altro.
Torniamo al nostro bambino che viene puntualmente disapprovato perché rompe la macchinina, egli non solo si sentirà colpevole e per il complesso di generalizzazione cattivo in toto, ma “dimenticherà” che il suo agire era motivato dalla curiosità di scoprire i meccanismi interni e il loro funzionamento e che questo era stato da lui valutato come divertente e arricchente. Si è venuta così a creare una frattura, un allontanamento fra il Sé e l’esperienza, il bambino ha perso il contatto con se stesso.

Risulta chiaro che la libertà dell’esperienza è la condizione necessaria al dispiegarsi della tendenza attualizzante.
Libertà psicologica che “presuppone che il soggetto non si senta costretto a negare o a deformare le sue opinioni ed i suoi atteggiamenti intimi per mantenere l’affetto e la stima delle persone criterio”.
L’ESPERIENZA NON HA PIU’ ACCESSO DIRETTO ALLA COSCIENZA, VI È SFASAMENTO FRA L’ESPERIENZA E LA SUA RAPPRESENTAZIONE.
A causa del bisogno di considerazione positiva di sé l’individuo percepisce in modo selettivo:
esperienze conformi sono percepite e simbolizzate correttamente (SIMBOLIZZAZIONE CORRETTA);
Esperienze contrarie sono percepite in maniera selettiva o deformate per renderle conformi (SIMBOLIZZAZIONE DISTORTA);
o non intercettate alla coscienza (MANCATA SIMBOLIZZAZIONE).
Non essendo tutte le esperienze simbolizzate correttamente nella coscienza o incorporate nella nozione dell’io, avremo uno STATO DI INCONGRUENZA o DI DISTACCO INTERNO fra l’io e l’esperienza e quindi di vulnerabilità e malfunzionamento psichico.
Viene a strutturarsi un PROCESSO DI DIFESA che scatta ogni volta che le esperienze vengono subcepite come minacciose e che opera attraverso la distorsione percettiva dei dati della realtà. La persona che è costretta a ricorrere alla difesa, non ha più un contatto realistico e diretto con la sua esperienza e diventa INCONGRUENTE.

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