AISE. ASSOCIAZIONE INSEGNANTI SOLIDARIETA’ EDUCATIVA – PISA, LUNGARNO GAMBACORTI, 47 c.a.p. 56125 www.aisepisa.it 
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Associazione Iscritta all’Albo regionale delle Agenzie operanti nel settore dell’Educazione Formale e Non formale degli Adulti con Determinazione Dirigenziale n° 880 del 4 marzo 2003.

PROGETTO PIA 2010

Docenti referenti: prof. Pierangelo Crosio e proff.ssa Maria Grazia Vanni
Intervento educativo :” PATTO D’AULA “
realizzato dall’
AISE presso
I.S. “Santoni” ( classe 1 I e 1 H )

Gambacorti “ (classe 1G )
Liceo “Carducci” (classe 1A )

Formatori:
Dott.ssa Monica Tiscione e Dott. Davide Boccia

A cura di : Daniela Buonomini-Presidente A.I.S.E.

L’intervento educativo realizzato dall’AISE nell’ambito del progetto PIA 2009-2010 in quattro classi prime degli Istituti superiori “Santoni-Gambacorti “ e “Carducci “ di Pisa è stato articolato in tre fasi distinte e complementari:

  1. Prima fase : intervento di un formatore esterno nelle singole classi con la finalità di esplorare le dinamiche relazionali interne al gruppo classe e far emergere i bisogni e le aspettative degli studenti nei confronti dell’esperienza scolastica.( 3 incontri di due ore ciascuno nel periodo febbraio-aprile in orario curricolare )
  2. Seconda fase: formazione e verifica con i docenti coinvolti nel percorso educativo al fine di realizzare un confronto tra i docenti stessi e il formatore sulla percezione del gruppo classe,riflettere sulle relazioni tra alunni e professori e sulle eventuali situazioni di disagio e di demotivazione e predisporre le modalità idonee a gestire il “patto d’aula”.
  3. Terza fase : somministrazione di un test di valutazione di atteggiamenti, opinioni e vissuto psicologico degli studenti nei confronti della scuola e restituzione alla classe dei risultati emersi.

Occorre subito precisare che ,nella progettazione iniziale ,tali interventi dovevano essere realizzati nella prima parte dell’anno scolastico per permettere ai docenti di attuare il loro compito educativo in modo più proficuo.Con i referenti professori Crosio e Vanni si è comunque deciso di sperimentare il percorso anche per verificarne la validità al fine di una sua prosecuzione ed eventuale allargamento ad altre realtà nel prossimo anno scolastico. A tal fine si è concordato di impegnarsi nella documentazione e socializzazione del lavoro svolto. I docenti che avario titolo sono stati coinvolti nell’esperienza sono stati : Cannito; Rossini; Dini; Carnicelli; Ladiana;

Il “PATTO D’AULA” rappresenta un momento iniziale durante il quale si realizza una ricognizione delle aspettative e dei comportamenti attesi che,sia i ragazzi che i docenti si aspettano reciprocamente per giungere ad un contratto condiviso entro il quale si “norma” un codice di comportamento in aula.Per raccogliere le diverse istanze è possibile utilizzare vari strumenti (interviste incrociate, questionari,brain-storming,role-playing,lavoro in piccoli gruppi…) che permettano al docente coordinatore di avere una mappa chiara della situazione della classe.Stessa indagine esplorativa viene effettuata anche con il gruppo dei docenti (chiaramente l’ideale sarebbe che tutto il consiglio di classe partecipasse in modo da poter realizzare una uniformità di comportamenti).La fase successiva,cosiddetta di integrazione, coniuga all’interno di uno stesso contratto le istanze condivise da entrambe le parti e ridiscute in maniera negoziale gli eventuali aspetti conflittuali. L’obiettivo è raggiunto nel momento in cui tutti gli attori condividono le “clausole del patto “ sottoscrivendole.Questa fase ,particolarmente delicata ,richiede da parte del docente buone capacità relazionali in quanto deve creare un clima facilitante ,fluido ,non rigido per abbassare gli eventuali atteggiamenti di difesa e di arroccamento.Occorre al contempo che sia congruente e capace di ascoltare e di andare incontro all’altro senza rinunciare alle sue convinzioni e ai suoi bisogni essenziali. Per esemplificare tale fase inseriamo le schede fatte compilare ad alunni e docenti e il patto d’aula sottoscritto da due classi .

PATTO D’AULA: BISOGNI – ASPETTATIVE DEI DOCENTI

I COMPORTAMENTI CHE NON ACCETTI DA PARTE DEGLI ALUNNI………………….

I COMPORTAMENTI CHE SEI DISPOSTO AD ACCETTARE ……………………………………

I COMPORTAMENTI GRADITI…………………………………………………………………

PATTO D’AULA: BISOGNI-ASPETTATIVE DEGLI ALUNNI

COSA VORRESTI DAI TUOI COMPAGNI…………………………………………………………

COSA VORRESTI DAI TUOI INSEGNANTI……………………………………………………….

COSA SEI DISPOSTO A FARE PER STARE MEGLIO IN CLASSE………………………………

Alcune esemplificazioni:

Rilevazione delle aspettative degli alunni della classe 1I

COSA VORRESTI DAI TUOI COMPAGNI :

Dai miei compagni vorrei sincerità,coerenza,amicizia vera e la compattezza della classe .

Vorrei più rispetto e che avessero più fiducia in me.

Rispetto, aiuto se un’amica è in difficoltà.

Che siano disponibili, che mi aiutino nel momento del bisogno,che mi aiutino nel rimediare i voti a scuola, che mi rispettino per quel che sono.

Vorrei il rispetto, la sincerità.

Rispetto reciproco,sincerità,aiutarsi,non parlare alle spalle.

Dai miei compagni vorrei più rispetto.

Rispetto, fiducia, unione, dire la verità.

Vorrei che tutti i miei compagni siano sinceri, rispettosi,che si vogliano bene fra loro.Chi è più bravo aiuta il più debole.Non escludere nessuno.

Affetto,comprensione,rispetto.Vorrei che ci fosse meno arroganza.

Che ci sia più rispetto tra noi, complicità, lealtà.Che non si creino dei gruppi ma una classe unita.

Che ci fosse più rispetto e complicità,e che ci fosse meno arroganza e ignoranza.

Vorrei più rispetto reciproco.

Più aiuto reciproco e più generosità.

Aiuto reciproco e che fossero più generosi.

Rispetto,complicità,aiutare il più debole e classe unita.

COSA VORRESTI DAI TUOI INSEGNANTI :

Che non avessero preferenze, più fiducia.

Vorrei più fiducia.

Vorrei più gentili e avere più fiducia negli alunni.

Voglio andare in gita e vorrei che ci fosse più complicità e meno tensione.

Che non facessero preferenze,che fossero disposti a venirci incontro e che fossero più tolleranti.

Più complicità ,rispetto, fiducia.

Vorrei che i miei insegnanti siano tollerasi, non preferenze,siano sempre disponibili per aiutare e spiegare.

Rispetto reciproco,disponibilità quando una persona non ha capito qualcosa.

Vorrei più aiuto dai professori quando un compagno è in difficoltà.Dare a ciascuno quello che si merita.

Vorrei più rispetto ,rispiegare le cose se non sono state capite e non vorrei simpatie.

La sincerità ed essere disposti quando non abbiamo capito un argomento.

Che mi spieghino più volte le cose non capite. Che mi rispettino cioè che mi ascoltino.

Che spiegono di più le cose che non si capiscono, che aiutono di più le persone che sono in difficoltà.

Io dai miei insegnanti vorrei che avvolte fossero meno severi.

Dai miei insegnanti vorrei rispetto che quando abbiamo bisogno loro ci aiutassero. Poi vorrei che non facessero varie simpatie oppure battute in classe.

Più aiuto, rispetto, fiducia e tolleranza.

COSA SEI DISPOSTO A FARE PER STARE MEGLIO IN CLASSE:

A comportarmi meglio,a studiare di più,aiutare gli altri quando hanno bisogno.

Aiutare gli altri quando hanno bisogno,studiare di più.

Studiare di più e aiutare gli altri.

Essere più generoso e rispettoso nei confronti delle mie compagne e dei professori.

Essere più disponibile e aiutare le mie compagne se hanno bisogno.

Essere più gentili,non giudicare le persone.

Sono disposto a aiutare,rispetto reciproco,sincero.

Disponibilità,non dire bugie,fiducia,unione.

Ad aiutare di più gli altri,a dire subito le cose in faccia senza nasconderle.

Ad aiutare i miei compagni quando hanno bisogno,quando succede qualcosa parlarne subito senza nasconderlo.

Aiutare gli altri e avere rispetto l’uno con l’altra e essere sincero.

Io sono disposta a essere sincera al 100% ad essere coerente e ad aiutare le mie amiche senza differenza.

Ad aiutare i miei compagni quando hanno bisogno.

Sono disposta e pronta a poter aiutare un mio compagno/a se ha difficoltà.

Per stare meglio in classe sarei disposta ad aiutare le mie amiche quando hanno bisogno in qualche materia o per altro, portare rispetto,studiare di più per stare meglio in classe quando devi essere interrogato, mantenere la calma in classe

Aiuto reciproco,studiare di più,non essere falsi.

Patto d'aula

 

Patto d'aula

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Progetto PIA: Percorso educativo “ Patto d’aula “

febbraio –maggio 2010

Relazione dei docenti sull’intervento realizzato all’I. S. “Santoni”:

Prof.ssaPalma Cannito e Prof. Pierangelo Crosio

Il percorso educativo “Patto d’aula” che è stato attivato in tre prime classi dell’istituto “Santoni-Gambacorti”, si è inserita in un più ampio intervento teso al contrasto del disagio, della dispersione scolastica e della valorizzazione dello star bene con se stessi e con gli altri.

In quest’ottica, l’intervento specifico è stato affiancato da altri inerenti l’Educazione alla Salute come l’attivazione dello sportello d’ascolto all’interno del CIC con la presenza di uno psicologo che è stato possibile realizzare grazie anche al Progetto PIA.

Nello specifico i Consigli di classe hanno individuato tre classi prime particolarmente problematiche sia dal punto di vista del comportamento che del profitto e i docenti tutti hanno ben accolto e sollecitato l’intervento.

Per la realizzazione di tale iniziativa ci siamo avvalsi dell’associazione AISE con cui la nostra scuola collabora da alcuni anni.

Gli incontri nelle classi e le riunioni con i docenti sono stati condotti dalla sociologa dott.ssa Tiscione con il coinvolgimento dei professori ; Cannito (docente di Italiano e Storia , Carnicelli ( docente di Economia delle Comunità ), Dini e Romoli ( docenti di Esercitazioni di economia ) Rossini ( docente di Matematica ) coordinati dal prof. Crosio ( docente di sostegno e Referente del progetto PIA e dell’Ed.alla Salute nell’Istituto ).

Accanto al percorso con gli studenti è stato attivato un laboratorio di riflessione pomeridiano sulle tematiche del disagio e sugli aspetti problematici emersi nelle classi al fine di creare un proficuo scambio tra l’esperto esterno e i docente ed evitare deleghe in bianco. Il vero e proprio “Patto d’aula” è stato stipulato dai docenti partendo da una riflessione sulle istanze e sulle aspettative che loro stessi hanno nei confronti degli studenti. Sono stati esplicitati in modo chiaro i comportamenti ritenuti basilari per instaurare un lavoro educativo e didattico proficuo e al contempo mostrando piena disponibilità a cogliere le istanze e le richieste degli studenti. Dobbiamo però precisare che ,anche per il ritardo con cui è iniziata l’attività , tale lavoro ha coinvolto solo due o tre insegnanti e non tutto il consiglio di classe come sarebbe auspicabile per favorire una uniformità di comportamenti. Contemporaneamente sono stati rilevate le richieste degli studenti (vedi prospetto allegato ) utilizzando diverse modalità suggerite dal formatore per giungere ad un vero e proprio contratto formativo. Gli studenti hanno collaborato in modo attivo e partecipe all’attività proposta che li ha resi più consapevoli dei loro limiti e delle loro potenzialità . Il clima di lavoro è stato sereno e ha permesso di sviluppare ,all’interno del gruppo classe, un migliore atteggiamento sia relazionale sia di motivazione allo studio che di ascolto reciproco.

Con questa attività il docente è stato visto dagli studenti non solo come un trasmettitore di nozioni ma anche coma una guida ad un percorso di conoscenza , di rimotivazione e di maturazione.

L’esperienza realizzata nel “Patto d’aula” ha permesso infine di lavorare in modo più proficuo ad una iniziativa promossa dalla prof.ssa Cannito nelle classi 1H e 1I per la realizzazione di uno spettacolo teatrale in dialetto riguardante le tradizioni locali dal titolo “Meno male che c’era la Inzica”, che è stato rappresentato il 29 maggio 2010 presso l’Abbazia di San Zeno.

Interessante notare che in questo lavoro sono stati coinvolti anche studenti solitamente demotivati e poco partecipi e che avevano evidenziato situazioni di disagio e di difficoltà relazionale con i compagni .

Intervento effettuato nelle classi 1G Gambacorti, 1H e 1I Santoni Anno scolastico 2009-2010 nell’ambito del progetto Pia 2009-2010 – Intervento educativo “ Patto d’aula”

Relazione conclusiva: Dott.ssa Monica Tiscione

L’intervento nelle classi 1H e 1 I dell’Istituto Santoni e la classe 1G del Gambacorti ha avuto l’obiettivo di indagare le relazioni e le dinamiche presenti all’interno del gruppo classe per prevenirne e ripararne gli esiti negativi dovuti a conflitti tra alunni e docenti.

In particolare la 1H e la 1I sono due realtà quasi esclusivamente femminili e, proprio per questo, l’aspetto relazionale assume una connotazione particolarmente rilevante.

Anche per quanto riguarda la 1G comunque la metodologia seguita è la medesima con una connotazione ulteriore; in questa classe, infatti, il numero elevato di studenti e la particolare fisionomia dei caratteri individuali presenti ( più vicini alle realtà di gruppo di un istituto professionale che di un liceo) hanno reso necessario il contenimento delle dinamiche piuttosto che la loro analisi.

Visto il numero esiguo di incontri a disposizione diventa fondamentale creare degli obiettivi il più possibile basati sul livello reale di raggiungimento.

In generale comunque nei tre incontri a disposizione si sono svolte esercitazioni atte a evidenziare la fisionomia del gruppo Attraverso role playing, simulate e momenti di feedback conclusivi per metabolizzare gli eventi dell’incontro sono stati affrontati i temi delle coalizioni presenti all’interno della classe e le loro subdole conseguenze a lungo termine.

Si è quindi condotta l’aula nella direzione della riflessione e dell’apertura di quei canali che hanno permesso la rilettura degli eventi in maniera positiva; i momenti di incontro con gli insegnanti, inoltre, sono stato un utile confronto sui temi che emergevano durante il lavoro in aula anche per pianificare i successivi momenti di lavoro.

Il patto d’aula e il test da somministrare sono stati i due strumenti proposti per creare il setting adeguato di collaborazione e motivazione allo studio all’interno della classe e sono stati entrambi strategicamente introdotti durante il mio intervento nelle aule.

In tal modo l’alternanza docente/esperto esterno ha permesso la riconversione di eventuali criticità in elementi di negoziazione positiva.

La capacità negativa ( come tecnica indispensabile nella gestione delle dinamiche in cui si “concede” all’alunno il diritto di esistenza sulle problematiche che vive e durante il quale si crea lo spazio vuoto necessario per la trasformazione delle difficoltà verso dei miglioramenti) utilizzata durante l’intervento ha dato i risultati sperati portando una crescente oggettivazione dei personalismi presenti nell’aula.

Utilizzando le tecniche dei “cappelli” come metafora del solito vestito mentale con cui siamo abituati a mappare il mondo e le nostre relazioni e insistendo su un cambiamento positivo ( il vedere la stessa situazione e lo stesso evento anche attraverso occhi diversi) ha iniziato a operare un passaggio di condizioni che può essere portato avanti.

Certamente la conditio sine qua non per l’efficacia di determinati interventi risiede proprio nella continuità da garantire agli attori coinvolti nel processo; “rieducare” un burn out di gruppo e poi non sostenerlo nei suoi sviluppi significa non coltivare l’investimento e creare frustrazione rispetto alla fatica che è stata necessaria per arrivare ai primi risultati.

Questi ultimi trovano una loro collocazione quasi “fotografica” nei grafici del test somministrato che evidenziano le rappresentazioni di realtà presenti nella classi in questo specifico momento storico del loro percorso; diventa interessante metterlo a confronto con quello che potrebbe variare durante gli anni attraverso una comparazione dei mutamenti degli stessi indicatori.

Allo stato attuale comunque si possono fare delle generalizzazioni rispetto per esempio ai risultati sugli atteggiamenti ed opinioni verso la scuola dove interessante è il dato che differenzia le due classi quasi totalmente femminili di 1H e 1I: in 1H lo sviluppo sociale raggiunge il risultato più elevato mentre in prima I lo ottiene lo sviluppo strumentale.

L’inclinazione più “maschile” della seconda riconferma quanto riscontrato durante gli incontri di gruppo di un attitudine più concreta e più centrata sul compito rispetto alla 1 H.

Valutazioni simili possono essere fatte anche rispetto al vissuto psicologico nei confronti della scuola dove nelle 4 classi in cui sono stati somministrati i questionari si evidenziano disagi percepiti in maniera differente ( più con i compagni o di più con le valutazioni); è possibile anche spingerci incrociando i dati diversamente e verificando come la 1H che dà particolare importanza allo sviluppo sociale viva coerentemente il suo massimo disagio con i compagni.

Per quanto riguarda la 1° A e la 1G il test conferma gli atteggiamenti della classe riguardo al rapporto con gli insegnanti e con i compagni oltre all’aspetto più propriamente riferito al disagio e al locus.

Aldilà della puntuale definizione e comparazione dei risultati ( che risulta molto più comprensibile attraverso la semplice visualizzazione dei grafici) è interessante notare, per concludere, come vi sia nel momento della rielaborazione del test con la classe una certa preoccupazione da parte degli alunni sulla “scoperta” di sé e della propria psicologia di funzionamento: vedere la propria identità individuale e quella del gruppo classe crea inevitabilmente degli spazi di riflessione molto più profondi.

La visualizzazione ulteriore dei risultati sui grafici crea un’immediatezza di comprensione che rende lo strumento del test particolarmente efficace nei suoi esiti di rielaborazione.

Intervento di Counseling Classe 1° A : Dott.Davide Boccia

Istituto Magistrale Statale ‘G. Carducci’ – Anno Scolastico 2009-2010

nell’ambito del Progetto PIA 2010 – Intervento educativo ‘Patto d’Aula’

Relazione Conclusiva:

L’intervento in classe è sato condotto con la finalità di esplorare le dinamiche relazionali del gruppo classe. L’ipotesi di lavoro ex-ante intervento, espresso dalle insegnanti, faceva riferimento ad una classe ‘difficile’, in alcuni tratti ‘conflittuale’, e che aveva espresso contenuti e comportamenti ‘a rischio’. La vaghezza di tali elementi non ha permesso di arrivare alla classe con una proposta mirata, al contrario il campo da esplorare è rimasto ‘aperto’ a ciò che emergeva dal gruppo a seguito delle proposte del conduttore. Gli alunni tutti si sono dimostrati molto disponibili ad un percorso di conoscenza e scoperta di sè in relazione all’altro, questo atteggiamento di apertura è un dato inziale importante, già di per se positivo, che ha permesso di approfondire tematiche di loro interesse, facendo emergere proposte di lavoro da parte della stessa classe.Nel periodo marzo-aprile sono stati realizzati 3 incontri di due ore ciascuno più uno per la restituzione del Test.

Il primo incontro è stato dedicato a sondare le relazioni tra alunni. E’ emersa una struttura del gruppo-classe basata su sottogruppi amicali, che in un primo momento apparivano composti da due tipologie di persone descritte dagli stessi studenti: gli estroversi e gli introversi. Nelle dinamiche comunicative gli estroversi tendevano a prevalere sugli introversi, esprimendo una immagine negativa di questi ultimi e sottolinenado la divisione della classe sulla base di tale diversità di atteggiamenti. Il conduttore propone una discussione su tale percezione iniziale, proponendo una riflessione sull’equazione divesità/separazione, dalla quale sono emersi ulteriori elementi: da una parte chi riteneva che fosse importante tenere un atteggiamento ‘selettivo’ nei confronti degli altri ‘esludendo’ dalle proprie relazioni chi fosse diverso da sè (e quindi legittimando una divisione della classe in sottogruppi ben identificati); dall’altra chi riteneva invece che fosse importante instaurare relazioni con persone diverse da sè (portando diverse esperienze personali di relazioni in classe e fuori, fondate sulla diversità)

Emerge la posizione dominante di pochi soggetti, i quali influenzano il clima emotivo della classe proponendo modalità di relazione provocatorie, che indicano l’esigenza di un protagonismo basato sul confronto piuttosto che sul dialogo, caratterizzato dalla poca disponbilità ad ascoltare l’altro, e teso ad imporre le proprie idee. Tale sottogruppo, che tiene la leadership, giudica una contraddizione il fatto che alcune persone intrattengano relazioni sia con gli estroversi che con gli introversi, additando tale posizione come debolezza o indefinitezza di carattere. Il conduttore ha dunque introdotto una proposta di lavoro che ha offerto spazio a chi non riusciva ad esprimersi in un clima di confronto.

Dopo un’accesa discussione gli alunni tutti sono riusciti ad esprimere la propria percezione sui rapporti esistenti tra loro, prendendo atto di una ‘complessità’ e ‘molteplicità’ che in un primo momento ha ‘disorientato’ la classe, ma che successivamente ha prodotto un significativo interrogativo che, pur tipico dell’età, ha fornito una chiave di lettura nuova delle relazioni, attivando un processo conoscitivo più profondo: ‘come mi vedono gli altri?’. La classe tutta ha fortemente insistito per lavorare su questo elemento dell’immagine di sè. Ho dunque proposto un’attività mirata, in cui ogni alunno, solo se lo voleva, poteva chiedere agli altri ‘come mi vedete?’. Ovviamente l’esercizio è stato condotto con tutti i riguardi affinchè le restituzioni fossero produttive, vista la delicatezza di tale dinamica relazionale che coinvolge l’identità (in formazione) delle persone. In effetti quasi tutti hanno voluto fare l’esercizio, ed hanno dimostrato un discreto coraggio nel mettersi in discussione, comunque contribuendo anche a far crescere un clima di fiducia durante il lavoro. Ogni alunno si è in parte riconosciuto nelle qualità conferitogli, riconoscendo anche i propri tratti meno condivisi, tenendoci comunque a precisare il proprio vissuto e la propria percezione di ciò che veniva restituito come ‘difetto’ per l’altro.

Il modo in cui la classe ha svolto tale attività indica una grande capacità mettersi in gioco, una genuina motivazione relazionale con l’altro, basata sul senso della scoperta e sul bisogno di sentirsi riconosciuti e di farsi conoscere, in una fase della crescita in cui tali elementi sono in costruzione e si imparano proprio nelle esperienze socializzanti, quale quella scolastica, che determinano la formazione della personalità. La classe è molto ricettiva ed elabora molto velocemente i contenuti che gli vengono proposti, questo accellera molto i processi comunicativi del gruppo, determinando senz’altro una ‘fatica’ da parte delle figure adulte che si trovino a ‘gestire’ la classe.

Da una lettura delle dinamiche relazionali emerge che, essendo una nuova classe, gli alunni stanno vivendo una fase esplorativa dei rapporti, trovandosi da una parte a costituire piccoli gruppi amicali per affinità, interessi e stili che forniscono una sponda all’esigenza di definire una propria identità, sebbene ‘provvisoria’, ossia più basata sull’immagine che si ha di sè, piuttosto che sul proprio sentire. Dall’altra però sta emergendo l’esigenza di stabilire rapporti più significativi, facendo emergere una struttura ‘reticolare’ delle relazioni tra persone, laddove le differenze si sommano rendendo una ‘vivacità’ e una ‘vitalità’ tipica della classe. In tale clima fortemente empatico tutt’al più emergono momenti di confronto e contrapposizione tra sottogruppi, che non sfociano in un vero e proprio conflitto, ma sono piuttosto soggetti a dinamiche di protagonismo. Per alcuni tale protagonismo è vissuto come immagine stereotipata nel riprodurre modelli performanti di successo che spesso premiano l’istrionismo e l’eccentricità, per altri il protagonismo diventa bisogno di farsi conoscere/riconoscere. Tale differenza di orientamento nelle relazioni denota anche riferimenti culturali diversi, e l’adozioni di diversi modelli e stili di vita giovanili. In generale gli alunni esprimono comunque un discreto livello di conoscenza reciproca, sebbene spesso siano poco disponibili all’ascolto dell’altro a livello di gruppo-classe.

L’intervento ha visto emergere in modo trasversale il tema della diversità, che, da valore negativo, è diventato stimolo conoscitivo. Il conduttore ha raccolto durante tutto il lavoro alcuni aggettivi che identificano la classe e che compongono una rappresentazione della classe, che è stata disegnata con la partecipazione attiva degli stessi alunni. Gli alunni rappresentano la classe secondo 4 polarità, ognuna delle quali raccoglie ‘qualità’ omogenee, o dal significato interdipendente:

polarità 1: diversa, separata, divisa, indifferente, selettiva, spezzata

polarità 2: impulsiva, intrecciata, sincera

polarità 3: vivace, simpatica, chiacchierona, ‘pazza’, confusionaria

polarità 4: disponibile, socievole

Ho chiesto ad ognuno di collocarsi spazialmente tra queste diverse polarità:

il 50% della classe si colloca tra la polarità 3 e la 4,

il 20% della classe si idenitfica con la polarità 1,

il 20% della classe è sparso tra le polarità 2, 3 e 4

il 10% della classe si colloca tra la polarità 2 e la 4

Patto d'aula

Possiamo sintetizzare la percezione che la classe ha di sè, tenendo conto della rielaborazione degli aggettivi, che gli alunni hanno fatto durante il secondo incontro, dove hanno altresì fornito delle precisazioni sugli aggettivi utilizzati. In sostanza l’ottanta per cento della classe si definisce socievole e disponibile, riconoscendo alcuni tratti percepiti come ‘positivi’ quali la vivacità, la simpatia e l’originalità, nonchè alcuni tratti percepiti com ‘negativi’ (quasi un’estensione dei precedenti, per eccesso) quali la confusione, la loquacità e l’istrionismo. Si profila dunque una classe caratterizzata da un’estrema socievolezza, che si esprime attraverso uno stile emotivo ed istrionico. La metà di questi definisce la socievolezza nei termini di un intreccio di relazioni amicali diffuse, caratterizzate dalla sincerità e dalla spontaneità, ma anche per contro dall’impulsività. Soltanto il venti per cento della classe non condivide tale percezione, sottolineando le diversità quale elemento di divisione, arrivando a definire le differenze quale motivo di indifferenza verso chi non esprime un modello ‘performante’ e ‘sfidante’ (tendente alla provocazione e al conflitto) inteso quale requisito nella ‘selezione’ delle amicizie.

Il terzo incontro è stato dedicato ad esplorare il rapporto tra la classe e i docenti. Alla proposta di trovare aggettivi per definire il corpo docente nel suo complesso gli alunni hanno risposto inizialmente con la critica ai singoli professori. Dopo questo primo ‘sfogo’ il conduttore ha chiesto alla classe di riflettere maggiormente sulle qualità dei docenti, prendendosi la responsabilità delle proprie espressioni. Infatti, sebbene l’esercizio della critica rappresenti un elemento positivo, non lo è l’addossare le reponsabilità agli adulti senza riconoscere le proprie, questa tendenza è presente in modo diffuso tra gli alunni, i quali però, se sollecitati, dimostrano impegno e disponibilità ad approfondire il dato iniziale, che scaturisce per così dire in modo un pò ‘grezzo’.

A seguito di questa sollecitazione ne è nata una densa discussione, molto ‘sentita’ da parte dei ragazzi, che da una parte rivendicavano nei confronti dei docenti la propria ‘identità’ vivace ed istrionica, in modo piuttosto ‘narcisistico’ cioè come un dato che non poteva essere messo in discussione e che si pretenda debba venire accettato per qual’è. Approfondendo il senso di tale atteggiamento emerge in modo consapevole la continua tendenza della classe ad andare ben oltre la vivacità e l’istrionismo, ‘mettendo alla prova’ i docenti. Il conduttore in modo provocatorio chiede come secondo loro dunque i professori si dovessero relazionare con loro, vista questa loro tendenza a forzare i confini della relazione. La risposta della classe, quasi unanime, è stata l’esplicita richiesta di normatività, anche attraverso le punizioni. Il conduttore fa notare che tale atteggiamento limita molto la vita della classe e non permette di instaurare un rapporto produttivo con i docenti, ed invita dunque la classe ad esplorare altre possibilità, a partire dalla proposta di esplicitare meglio le motivazioni del proprio comportamento e ad assumersene la responsabilità, formulando delle richieste. Dunque la classe, dopo aver condiviso il senso dei propri comportamenti, arriva ad esprimere la richiesta di essere maggiormente coinvolti durante la lezione, cosa che in parte riconoscono viene fatta da alcuni insegnanti. A questo punto chiedo alla classe di formulare ai professori delle proposte utili ad un maggior coinvolgimento della classe, facendoli lavorare in piccoli gruppi e facendogliele scrivere su un biglietto.

Le proposte:

– dare a tutti la possibilità di parlare, offrendo spazio alle domande, e facendo domande a tutti;

– premiare chi si impegna nello studio e nel comportamento, riconoscendone i miglioramenti;

– offrire attività interessanti sulla base delle quali chiedere impegno, attenzione e ordine;

– l’ascolto e la considerazione per le opinioni degli alunni, tenendone conto nel merito;

Alcune frasi chiave, espresse dai ragazzi, con le loro parole…

– ‘vorrei essere coinvolta di più, cioè che i professori ascoltassero la mia opinione e ne prendessero atto’;

– ‘se le professoresse mantenessero più ordine in classe e facessero attività più interessanti e coinvolgenti la classe sarebbe più attenta’;

– ‘mi sento coinvolta solo in alcune ore di lezione, vorrei essere coinvolta facendo domande’;

– ‘i professori dovrebbero dare a tutti la possibilità di parlare e e fare domande a tutti’;

– ‘mi sento coinvolta nelle materie in cui vado meglio, in altre, dove sono in difficoltà, mi sento meno coinvolta… ma questo penso dipenda solo da me e dall’impegno che ci metto’;

– ‘partecipo spesso alle discussioni che avvengono in classe, quindi mi sento abbastanza coinvolta sia nelle lezioni che nella risoluzione dei problemi’;

– ‘i professori dovrebbero venirci incontro, non facendoci notare sempre i comportamenti sbagliati che abbiamo ma, a volte, dovrebbero riconoscere anche il nostro impegno nello studio e nel migliorare il nostro comportamento, che mettiamo in atto sempre di più (vale solo per alcuni)’.

Gli alunni hanno anche dato alcuni suggerimenti riferiti alla didattica:

– esercitazioni attraverso ‘gare’ alla lavagna, per far partecipare tutta la classe;

– ascolto dell’i-pod durante le atitvità individuali, per aiutare la concentrazione;

– ascoltare musica durante le ore di educazione fisica (e ‘frecce comandate’);

– a musica utilizzare il karaoke e il ballo;

– fare più esperimenti di chimica e fisica e studiare il mondo animale ‘dal vivo’;

– fare test di matematica attraverso l’utilizzo del computer;

– leggere libri di ‘racconti’ interessanti durante italiano;

– durante la materia italiano meno rigidità, più empatia e partecipazione, attraverso una più libera espressione.

E’ stato altresì ciesto dall’AISE, nella figura della responsabile Dott.ssa Daniela Buonomini, di somministrare un TEST DI VALUTAZIONE DI ATTEGGIAMENTI, OPINIONI E VISSUTO PSICOLOGICO DEGLI STUDENTI NEI CONFRONTI DELLA SCUOLA, i cui risultati confermano gli elementi emersi durante gli incontri di counseling ed offrono altresì indicazioni per la gestione della classe da parte dei docenti, e per l’eventuale elaborazione di un PATTO D’AULA, quale seguito e conclusione del percorso, a cura dell’AISE, in collaborazione con gli altri ISTITUTI che hanno aderito al Progetto PIA.

Dal test emerge che la classe, riguardo agli ATTEGGIAMENTI E OPINIONI VERSO LA SCUOLA, esprime che la Scuola rappresenta maggiormente, in ordine di importanza, un luogo di SVILUPPO SOCIALE (e di cittadinanza) e di ESPERIENZA STRUMENTALE (utile ad inserirsi socialmente) piuttosto che, in secondo piano un luogo di EMANCIPAZIONE PERSONALE E DI DISAGIO INDIVIDUALE. Pur distinguendo tali dimensioni con uno scarto di circa 4 punti tra lo sviluppo sociale e il disagio individuale, che resta sullo sfondo, comunque è stato attribuito alle diverse dimensioni valori medio-alti, che pure non si disostano molto tra loro, fornendo il quadro di una certa omogeneità e correlazione tra le diverse dimensioni, confermata da una deviazione standard che rientra nella distribuzione dei valori medi.

Riguardo al VISSUTO PSICOLOGICO nei confronti della SCUOLA, la classe indica sostanzialmente in egual misura il DISAGIO dovuto al rapporto con i DOCENTI rispetto al rapporto con I COMPAGNI, così come il DISAGIO dovuto al RISPETTO DELLE REGOLE ed ai MOMENTI DI VALUTAZIONE, poco sotto si attesta il DISAGIO dovuto ad ANSIA E STRESS, sono comunque stati attribuiti valori medi su tutte le dimensioni. Anche qui emerge un’omogeneità della classe, confermata anche dalla scarsa deviazione standard.

Anche in riferimento alle RESPONSABILITA’ nella VALUTAZIONE DEI RISULTATI della propria CARRIERA SCOLASTICA, gli alunni attribuiscono valori medio-alti in egual misura a se stessi, che ai docenti.

Il TEST conferma dunque gli atteggiamenti della classe riguardo al rapporto con le insegnanti, rispetto al quale si sentono abbastanza ‘competenti’ da voler contribuire con suggerimenti e proposte, oltre che con ‘critiche’, riconoscendo comunque una certa importanza sia alle proprie responsabilità che a quelle delle insegnanti. Gli alunni attribuiscono molto meno peso al disagio, valorizzando invece la funzione sociale e strumentale della scuola, e riconoscendo dunque il valore formativo dell’esperienza relazionale della classe ma anche quella dell’aquisizione di conoscenze utili ad affrontare la vita sociale. L’orientamento pratico e pragmatico della classe si è espresso anche attraverso la domanda al conduttore di orientamento verso quali siano gli sbocchi degli studi intrapresi. Una certa sensibilità nell’ambito delle relazioni è anche dovuta alla scelta della stessa carriera scolastica, che ovviamente valorizza le attitudini sociali.

In conlusione, volendo fornire indicazioni di lavoro utili alla conduzione della classe, potrebbe risultare interessante far lavorare i ragazzi in piccoli gruppi non fissi, ma sempre formati da diverse persone, in modo da costringere a valutare l’espressione di ognuno nel merito, piuttosto che in relazione alla posizione nella classe. Soprattutto il gruppo più refrattario ad uno scambio con gli altri e tendente ad imporre la propria personalità sarebbe opportuno che sperimentasse tale modalità. Sicuramente le indicazioni che gli stessi ragazzi hanno proposto andrebbero prese in considerazione quale tentativo di ‘apporto competente e nel merito dei problemi ‘ da parte loro. Il riconoscimento che chiedono sul piano dell’impegno individuale è un elemento da alimentare, che permette di differenziare posizioni e atteggiamenti rispetto alla classe e alle insegnanti e di rinforzare le risposte collaborative e produttive della classe. Sul piano della normatività, la richiesta di ordine può in realtà diventare elemento organizzativo, strutturato da una successione di momenti dedicati a spiegazioni, domande, letture, esercitazioni, ecc, in modo da uscire da quella dinamica della contrapposizione conflittuale confusione-ordine. Valorizzare la comunicatività della classe, chiedendole esplicitamente di raggiungere obiettivi di produttività (ossia regolare lo scambio al fine di realizzare un compito comune) può risultare una modalità proficua. Tali suggerimenti intendono essere un ulteriore scambio con le insegnanti, così come già condiviso nell’incontro con le referenti, volendo essere un ulteriore apporto al lavoro già impostato da queste ultime nella gestione della classe. Il feed-back fornitomi dalle insegnanti conferma una direzione di lavoro abbastanza definita e condivisa.

In ogni caso si invitano le insegnanti a partecipare all’incontro conclusivo del Progetto PIA, insieme agli altri ISTITUTI, con l’obiettivo di individuare le modalità per stabilire, sulla base degli elementi emersi, un PATTO D’AULA, ossia un documento che regolamenti la vita della classe, quale patto educativo condiviso con gli alunni.

TEST DI VALUTAZIONE

DI

ATTEGGIAMENTI, OPINIONI E

VISSUTO PSICOLOGICO

DEGLI STUDENTI NEI CONFRONTI

DELLA SCUOLA

Presentazione test e grafici relativi ai valori medi riscontrati nelle quattro classi cui è stato somministrato il Test.

PRESENTAZIONE TEST

ATTRAVERSO IL TEST SI INTENDE VALUTARE IL RAPPORTO TRA LO STUDENTE E L’ESPERIENZA FORMATIVA SCOLASTICA IN TERMINI DI. RAPPRESENTAZIONE (ATTEGGIAMENTI E OPINIONI VERSO LA SCUOLA ) ; DI VISSUTO PSICOLOGICO NEI CONFRONTI DELLA ESPERIENZA IN ATTO E DI LOCUS OF CONTROL.

IL TEST SI COMPONE DI TRE PARTI.

LA PRIMA E’ RELATIVA A:

ATTEGGIAMENTI E OPIONIONI VERSO LA SCUOLA

INDAGA 4 ASPETTI

A EMANCIPAZIONE PERSONALE

INDICATORE DI QUANTO LA SCUOLA VENGA PERCEPITA COME FAVORENTE

L’EMANCIPAZIONE COGNITIVA ,RELAZIONALE E SOCIALE DEL SOGGETTO.

B ESPERIENZA STRUMENTALE

INDICATORE DI QUANTO LA SCUOLA VENGA PERCEPITA COME STRUMENTO

PER OTTENERE UNA POSIZIONE SOCIO- ECONOMICA ADEGUATA IN TERMINI

DI PRESTIGIO SOCIALE E POSIZIONE LAVORATIVA

C SVILUPPO SOCIALE

INDICATORE DI QUANTO LA SCUOLA VENGA PERCEPITA COME MOMENTO DI

MIGLIORAMENTO PER LA SOCIETà NEL SUO COMPLESSO E FAVORENTE LA

MOBILITA’ SOCIALE E L’UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’

D DISAGIO INDIVIDUALE

INDICATORE DI QUANTO LA SCUOLA POSSA ESSERE FONTE DI DISAGIO PSICO

LOGICO PER LO STUDENTE

LA SECONDA PARTE ANALIZZA IN MODO PIU’ SPECIFICO LE CAUSE DEL DISAGIO DELLO STUDENTE:

VISSUTO PSICOLOGICO NEI CONFRONTI DELLA SCUOLA

INDAGA 5 ASPETTI:

A DISAGIO DOVUTO AL RAPPORTO CON I DOCENTI

B DISAGIO DOVUTO AL RAPPORTO CON I COMPAGNI

C DISAGIO DOVUTO AL RISPETTO DELLE REGOLE

D DISAGIO DOVUTO AI MOMENTI DELLA VALUTAZIONE

E DISAGIO DOVUTO AD ANSIA E STRESS

LA TERZA PARTE ANALIZZA IL GRADO DI ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ RISPETTO AI SUCCESSI E AGLI INSUCCESSI SCOLASTICI:

“ RITENGO DI DOVER ATTRIBUIRE I RISULTATI DELLA MIA CARRIERA SCOLASTICA…..”

LOCUS INTERNO : IL SOGGETTO ATTRIBUISCE I RISULTATI SCOLASTICI AL SUO SCARSO IMPEGNO O ALLA SUA DETERMINAZIONE E MOTIVAZIONE

LOCUS ESTERNO : IL SOGGETTO ASSUME UN ATTEGGIAMENTO FATALISTA E TENDE A PERCEPIRE GLI EVENTI COME INCONTROLLABILI QUALI IL FATO ,IL CASO O L’AZIONE DI ALTRI.

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