Se non è noia è amore. L’intero mondo carpiva da me i suoi
sensi cari. Se per la notte che mi porta il tuo oblio
io dimentico di frenarmi, se per le tua evanescenti braccia
io cerco un’altra foresta, un parco, o una avventura:-
se per le strade che conducono al paradiso io perdo la
tua bellezza: se per i canili e i vescovadi del prato
della grande città io cerco la tua ombra:- se per tutto
questo io cerco ancora e ancora: -non è per la tua fierezza,
è per la tua maniera di amare. Entro della grande città
cadevano oblique ancora e ancora le maniere di amare
le delusioni di amare.

Amelia Rosselli. Le poesie. Garzanti. 1997.


“Quelle parole sono pronunciate da un “thane” (cioè un capo o un nobile) del Northumberland, appartenente al potente gruppo sassone incrociato col celta che a quel tempo occupava il Nord dell’isola britannica.

“La vita degli uomini sulla terra, o re, comparata ai vasti spazi di tempo di cui nulla sappiamo, mi sembra somigli al volo di un passero che entra da una strombatura del salone che un buon fuoco, acceso nel centro, riscalda e dove tu prendi i tuoi pasti con i tuoi consiglieri e i tuoi ligi, mentre fuori infuriano le piogge e le nevi dell’inverno: E l’uccello attraversa rapido il salone ed esce dalla parte opposta, e, dopo questa breve tregua, venuto dall’inverno, rientra nell’inverno e si perde alla tua vista. Così l’effimera vita degli uomini, di cui non sappiamo né che cosa la precede, né che cosa deve seguirla…”.

Per quel barbaro l’uccello esce dall’uragano e rientra nella tempesta; quelle raffiche di pioggia e di neve soffiate dal vento nella notte druidica fanno pensare al turbinio degli atomi, ai cicloni di forme dei sutra indù. Tra queste due tempeste mostruose, il “thane” di Edwin (1) sapeva nondimeno che un uccello entrato in una dimora in una dimora dell’uomo si aggira sperduto, rischia di schiacciarsi contro quei muri incomprensibili, di bruciarsi alla fiamma, o di essere azzannato dai molossi slungati ai bordi del focolare. Come noi la viviamo la vita non è un momento di tregua.

  1. Re di Northumberland, il principe più potente dell’eptarchia britannica.

Marguerite Yourcenar. Il Tempo, grande scultore. Einaudi. 1985.


“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e per tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sua attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur scegliendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente, a causa del suo stile enfatico ed impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare”.

Questo scritto è opera di una grande scrittrice italiana.
E’ lasciato alla riflessione del lettore scoprire di che capo di Governo si tratta.
L’enigma verrà sciolto nel prossimo numero della rivista on-line.


“Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato”.

Matteo 24, 11-12.


Per chi sceglie di resistere questo è il tempo della perseveranza. Nonostante tutto, E sino alla fine.
Auguri.
elvira, guglielmo, gisella, antonio, marilena, francesca,, antonella, katia, isa, donatella.

Gli auguri, per il Natale del 2009, provengono dalla Casa Editrice La Meridiana.
Sono stati i più graditi di tutti.


“… l’autenticità che riguarda il vivere umano ha a che fare con affermazioni sullo stato della propria esistenza. Non si tratta semplicemente del fatto che si mente dicendo che un quadro è del Seicento mentre non lo è; si tratta, in modo molto più intimo, del fatto che si mente dicendo di noi ciò che invece non siamo, oppure nascondendo di noi quello che invece siamo. Perché gli uomini mentono spesso, agli altri e prima ancora a se stessi?
Io penso che il più delle volte si mente per una specie di incontrollato istinto di sopravvivenza, per uscire (almeno con la fantasia) da una situazione in cui ci si sente imprigionati, un po’ come i prigionieri nella caverna di Platone, ma con l’aggravante che la caverna che ci rinchiude è il nostro corpo, il nostro carattere, la nostra condizione sociale, talora persino i legami che noi stessi abbiamo creato e che poi sono diventati legacci per non dire catene. E la mente mentisce per smentire la realtà. La menzogna diviene così una via di uscita verso una desiderata liberazione esistenziale, secondo una pericolosa quanto diffusa ingenuità che non fa altro che aggravare il problema il problema perché la menzogna incatena ancora di più, come il muoversi convulsamente nelle sabbie mobili fa sprofondare ancora più in fretta”.

Vito Mancuso: La vita Autentica. Raffaello Cortina.2009.


Alla mia nazione

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico,
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra le case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto il male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Pier Paolo Pasolini. La religione del mio tempo. Garzanti. 1961.


Preghiera alla poesia

Oh, tu bene che mi pesi
l’anima, poesia:
tu sai se io manco e mi perdo,
tu che allora ti neghi
e taci.

Poesia, mi confesso con te
che sei la mia voce profonda:
tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
ho camminato sul prato d’oro
che fu il mio cuore,
ho rotto l’erba,
rovinata la terra –
poesia – quella terra
dove tu mi dicesti il più dolce
di tutti i tuoi canti,
dove un mattino per la prima volta
vidi volar nel sereno l’allodola
e con gli occhi cercai di salire –
Poesia, poesia che rimani
il mio profondo rimorso,
oh aiutami tu a ritrovare
il mio alto paese abbandonato –
Poesia che ti doni soltanto
a chi con occhi di pianto
si cerca –
oh rifammi tu degna di te,
poesia che mi guardi.

Pasturo, 23 agosto 1934.
Atonia Pozzi. Parole. Garzanti 1998.


“La persecuzione degli ebrei “rese possibile” a Hitler “correggere” il proprio passato sul piano della fantasia. Essa gli consentì:

  1. di vendicarsi del padre, che divenne sospetto di essere mezzo ebreo;
  2. di liberare la madre (la Germania) dal suo persecutore;
  3. di ottenere l’amore della madre con minori sanzioni morali ed esprimendo più apertamente il suo vero Sé (Hitler venne amato dal popolo tedesco in qualità di sbraitante e acerrimo nemico degli ebrei e non come il bravo bambino cattolico quale egli doveva essere per sua madre);
  4. di rovesciare i ruoli: lui stesso è ora diventato il dittatore; a lui tutti devono obbedire e prostrarsi ai suoi piedi, come un tempo al padre; è lui ad organizzare i campi di concentramento, dove le persone vengono trattate come lui fu trattato da bambino (è difficile che un uomo s’inventi una mostruosità simile, se non ne ha una qualche esperienza; il fatto è che siamo troppo inclini a minimizzare l’esperienza infantile);
  5. inoltre la persecuzione degli ebrei gli rese possibile di perseguitare il debole bambino presente nel proprio Sé, che venne proiettato sulla vittima, allo scopo di evitare di vivere il lutto per la sofferenza passata, dato che la madre non aveva mai potuto aiutarlo a tale riguardo. In questo caso, come nella vendetta inconscia presa sui persecutori della sua prima infanzia, Hitler si trovò in sintonia con un gran numero di tedeschi che erano cresciuti nella sua stessa identica situazione”.

Alice Miller. La persecuzione del bambino. Bollati Boringhieri. 1987.


“Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più…Cerchiamo d’entrare nella morte ad occhi aperti…”.

Margherite Yourcenar. Memorie di Adriano. Einaudi.

I “frammenti” sono stati scelti da Giovanni Lancellotti

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