Il 9 aprile (la data è ormai lontana) SCRIPT riflessioni – i campi della soggettività è stata presentata ufficialmente, nella sede del Centro.
Mariangela Bucci Bosco, Giovanni Lancellotti, Alberto Lorenzini e Barbara Siniscalco hanno fatto da “padrini e madrine” della rivista.
Il titolo della presentazione era “una rivista come memoria del presente” (di fatto leggermente ambizioso).
Gli articoli “Io e gli altri” di Giovanni Lancellotti”, “Lo scandalo della crisi e la memoria di sé” di Alberto Lorenzini e “La storia di Anna” di Mariangela Bucci Bosco sono la rielaborazione degli interventi del 9 aprile.
Il filo diretto dell’iniziativa era la ricerca della memoria, attraverso il processo psicoterapeutico (Bucci Bosco e Lorenzini) e l’educazione alla memoria del proprio contesto (l’altro da sé) come “prevenzione” agli agiti violenti e conflittuali in dimensioni politiche e sociali (Lancellotti).
Questo n. 11 allarga i sentieri della memoria con la pubblicazione delle poesie della De Kok, che riguardano il processo di “purificazione” avvenuto in Sud Africa, con le udienze pubbliche di confessione dei torturatori ed assassini bianchi, memoria in cambio della non punibilità, verità in cambio di conciliazione.
Il percorso “memoriale” prosegue con l’articolo di Nòvita Amadei, che inaugura una nuova rubrica Raccontare/Raccontarsi, dedicata al “pensiero creativo” ed alla autobiografia come narrazione e identificazione di sé: memoria stabilita come necessità di dare senso e riconciliazione al tempo vissuto della propria vita e ad aprire nuovi significati per il futuro.
I due film di Bergman (“Scene da un matrimonio” e “Sarabanda”), visti e raccontati da Giovanni Lancellotti, ci incamminano nel sottosuolo doloroso di atti mancati, di falsità, di difese egoistiche ad oltranza che fanno parte del racconto (e della memoria) di una relazione coniugale e del rapporto drammatico genitori-figli. Descrizione di un mondo senza sole, ma non senza speranza (del “Principio speranza” come lo chiama Ernst Bloch), a patto che lo spettatore riesca “a fare il vuoto” dentro di sé, con un processo socratico che, nella maieutica, privilegia la pars destruens, lasciando però un campo di verità da cui ripartire.
Un importante contributo ai “campi della soggettività” è costituito dal saggio di Pierangiolo Berrettoni, che percorre, da un punto di vista linguistico e filosofico (con puntate nel campo psicoanalitico) la genesi del concetto e della coscienza di soggetto, dalla antichità greca fino alla nostra modernità. Aspetto importante dell’articolo è la “malinconia” per le definizioni rigide e illiberali di soggetto, accenti che, nell’ultima parte dello scritto, ricordano il doloroso pessimismo pasoliniano di “Lettere luterane”.
Stefano Paolo Fratini ci presenta ancora una volta, e con un taglio più profondo, gli aspetti di promozione della salute che riguardano il mondo difficile della persona che soffre di diabete cronico. Nello scritto vengono esaminati tutti gli accorgimenti, le attenzioni e le precauzioni che favoriscono la cura (il prendersi cura e il promuoverla) della persona ammalata, al di là e insieme alla pratica medica.
Anita Rusciadelli, una volta di più, ci accompagna nel “mondo dei segni”, nel sotterraneo della memoria che rappresenta la scrittura, applicando le “regole” della grafologia a quella traccia individuale che è, appunto, la scrittura.
L’intervista di Guido Petter dà vita ad una nuova rubrica che riguarda i rapporti fra psicologia e scuola.
Era quasi doveroso cominciare a parlare di scuola, tenendo conto che una parte dei soci di SCRIPT ha vissuto per molti anni nella scuola, nella funzione insegnante, per poi rifrequentarla, in veste di psicologi.
Particolarmente stimolante, per il suo aspetto di novità e di peculiarità, è la riflessione di Guido Petter sulla necessità che lo psicologo scolastico scenda nel “particolare”, affrontando la “prospettiva della soggettività” nello specifico campo didattico.
“Rogers contemporaneo” è un settore della rivista che ha subito una lunga incubazione prima di vedere la luce. Risponde all’esigenza, di alcuni componenti di SCRIPT, di approfondire il mondo che è stato loro proprio nella “prima formazione”, da cui sono partiti e che ha caratterizzato tutti i successivi interventi professionali e la vita del lavoro in generale.
Sempre in sintonia con queste esigenze il “taglio del nastro” è demandato a due fondatori-formatori: Anna Gagliardi Iorio (deceduta nel 2003) e Alberto Zucconi (direttore dello IACP l’istituto rogersiano italiano).
Nell’iterazioni degli articoli, sui prossimi numeri della rivista, ci proponiamo di riflettere sulla forte ipotesi (forte, almeno per noi) della “contemporaneità” del pensiero di Carl Rogers.
Melania Ceccarelli ci introduce ad una prima conoscenza del fenomeno della mediazione familiare, delle sue caratteristiche e del suo statuto professionale.
Per ultimo, ma non ultimo, il resoconto di lettura del libro di Nancy McWilliams “La diagnosi psicoanalitica”. Ci troviamo di fronte ad un libro molto articolato e complesso, raccontato con estrema sintesi da Alberto Lorenzini.
Pensiamo di fare opera gradita ai colleghi, proponendo uno stimolo alla conoscenza e alla lettura del libro.