E’ possibile che un inverno sia leggero? Badate, dico leggero, non mite! NO?! e perché? mah, sì , perché “…è tal che gioia apporte”, secondo l’opinione di un anonimo del Seicento.
Ed è anche possibile che, in un gioco sornione, l’inverno diventi gatto che si mostra alla finestra della scuola, morbido e accattivante, catturando i pensieri degli scolari che “… per dolce imbroglio, fingon d’esser merli o passerotti”.
A questo punto è l’inverno o il gatto che scienziato, teologo e filosofo (santoni datati o contemporanei) cercano nella stanza buia? Niente di tutto questo, solo la leggerezza dei pensieri in libertà, anzi in libertinaggio, che, ” puttanelle accattivanti “, ballano, seguendo il ritmo, come fanciulle “con stivali di occhi neri”.
Fanciulle a cui, almeno una volta nella vita, ogni persona ha scritto “lettere d’amore ridicole”; talmente ridicole che “Donna Luna …gioca al cerchio e si prende in giro”, sorridendo ironica di un tramonto servito in tazza ad una “ragazza che si sposa con il vento …….che le porta mulinelli d’oro e carte sovrapposte”, seguendo il volo di un uccello-lira che, passando nel cielo, accoglie l’invocazione del bambino : ” salvami, gioca con me, uccello !”. E l’uccello si trasforma nel cesellato e trasparente carro della Regina Mab, dispettosa e generosa portatrice di incubi e sogni che ci trasporta nel niente di una città di torri merlettate, tra “ombre di danzatrici argentee sotto i lampadari a forma di medusa “, talmente perfida da fermare ” in secoli d’ambra il volo di una farfalla”.
Per questo “scherzo” ci hanno aiutato Anonimo del Seicento, Gianni Rodari, Ennio Flaiano, Denis Diderot, Ludovico Ariosto, Guido Cavalcanti, Velimir Clebnikov, Fernando Pessoa, Federico Garcia Lorca, Emily Dickinson, Jacques Prevert, William Shakespeare, Italo Calvino, Margherita Guidacci, Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti e Johann Sebastian Bach (arrangiamento jazz).